Con l’approvazione della seconda variazione di bilancio abbiamo confermato gli impegni presi con il Sistema Moda: 39 milioni di euro per innovazione, formazione e rilancio. Una decisione attesa dal comparto tessile e manifatturiero pratese, le cui aziende potranno ora concorrere a intercettare finanziamenti per provare a resistere in questa fase così dura e delicata per l’intero comparto. Uno sforzo davvero straordinario che la Regione mette in campo, anche in considerazione del fatto che il governo, al tavolo aperto al ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla crisi del settore, come ha ricordato l’assessore regionale Marras nel dibattito in consiglio, ha presentato una serie di misure che arrivano a soli 30,5 milioni di euro. Spero che questa decisione possa essere modificata, perché una crisi così importante, che riguarda il futuro di migliaia di lavoratori e di imprese, non può essere sottovalutata. Da parte nostra, la Toscana, ancora una volta, ha dimostrato di esserci”. Così Marco Martini, consigliere regionale Pd, commenta l’approvazione della variazione di bilancio della Regione che ha stanziato, tra l’altro, 39 milioni per il Sistema Moda.
“Le imprese del comparto moda toscano stanno vivendo una crisi profonda, e finalmente l’Europa comincia a riconoscere le loro ragioni. Ma servono risposte vere, rapide, misurabili”. Così Dario Nardella, eurodeputato del Pd in Commissione Industria, interviene sulla risposta della Commissione Europea ad una recente interrogazione parlamentare sulla necessità di condizioni paritarie per il settore tessile UE. “Bene le proposte per rendere più sicuri e trasparenti i flussi e-commerce, per responsabilizzare i fornitori extra-UE sul pagamento dell’Iva, per eliminare la soglia dei 150 euro che consente da anni di importare prodotti senza dazi. Ma tutto ciò deve diventare realtà in tempi certi”, ha aggiunto Nardella. “Non possiamo accontentarci solo di buone intenzioni. Le imprese hanno bisogno di strumenti operativi subito, non di promesse rinviate. È urgente che queste riforme non restino sulla carta, ma vengano trasformate in atti concreti, con tempistiche certe e meccanismi di applicazione rapida. Il settore moda ha già dimostrato di saper investire in qualità, innovazione e sostenibilità, producendo 9 miliardi di fatturato l’anno. Ora spetta all’Europa fare la sua parte, garantendo regole comuni, controlli efficaci e piena tutela della legalità e della competitività”. Il deputato toscano sottolinea come la riforma doganale UE, se attuata pienamente, possa rappresentare una svolta concreta per i distretti della moda in Toscana – da Prato a Scandicci, da Arezzo a Empoli – dove le imprese sono penalizzate da concorrenza sleale, burocrazia doganale e mancato rispetto delle normative.
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