Nella classifica globale della libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere (Rsf) l’Italia perde tre posizioni rispetto al 2024 e scivola dal 46mo al 49mo posto, con il risultato peggiore nell’Europa occidentale. Prima si conferma la Norvegia, davanti a Estonia e Paesi Bassi, mentre la maglia nera va a Cina, Corea del Nord ed Eritrea, rispettivamente 178ma, 179ma e 180ma.
“La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici”, avverte l’Ong che ha status di consulente presso l’Onu, “più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione ‘molto grave’”.
Per Rsf “la libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza”. “I giornalisti”, si legge nella sezione sull’Italia, “lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ’legge bavaglio’ che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”.
Il rapporto sostiene che “i professionisti dei media talvolta si arrendono all’autocensura per conformarsi alla linea editoriale della loro testata o per evitare querele o altri tipi di azioni legali”. “I sindacati dei giornalisti
condannano le crescenti interferenze politiche sui media pubblici”, sottolinea Rsf che denuncia che “i media sono sempre più dipendenti dalla pubblicità e dalle sovvenzioni statali”. (AGI)
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