A fuoco lento: la ricetta di un’impresa


Nessun profumo inebria quanto quello di una storia raccontata con garbo. Se poi la storia è fatta di mani che impastano idee, coltelli che sminuzzano determinazione, fornelli che cuociono visioni a fuoco lento, allora sì, ci troviamo davanti a un racconto che va assaporato. Come quello che Banca Generali e Stefano Guindani hanno deciso di raccontare: la parabola imprenditoriale – e umanissima – di Davide Oldani.

Lui, lo chef che ha reinventato la cucina pop, è qui ritratto non nel fulgore della ribalta televisiva, ma nella sua cucina, tra mestoli e pensieri, nei gesti ripetuti e nei silenzi che sanno di concentrazione. Il progetto si chiama A fuoco lento: ricetta di un’impresa e non è né una mostra né una pubblicità, ma qualcosa di più sottile. È una dichiarazione d’intenti. Una narrazione visiva pensata per i social media, ma con una profondità che sfugge alla scrollata frettolosa.

Una delle immagini di A fuoco lento: ricetta di un’impresa.

Il fotografo Stefano Guindani – già autore di Time To Change e di una serie per Art Week – torna a collaborare con Banca Generali scegliendo, stavolta, di puntare l’obiettivo sull’essenza dell’impresa: la concentrazione, il gesto, la dedizione. In una delle immagini più emblematiche, Davide Oldani è ritratto mentre compone un piatto con la massima precisione. La luce calda accarezza la giacca da chef, restituendo toni crema e avorio, mentre lo sfondo – con pentole opache e riflessi ramati – costruisce un’atmosfera raccolta e sospesa. Non è solo una foto a colori: è una composizione tonale, dove tutto parla con discrezione. Il gesto dello chef, le mani in tensione, l’attenzione millimetrica, raccontano più di mille slogan cosa significhi prendersi cura di ciò che si fa.

Davide Oldani, in questo senso, è il testimonial ideale: non solo per il suo successo stellato, ma per il modo in cui ha scelto di condividerlo. Cornaredo, periferia milanese. Qui, nel ristorante D’O, si celebrano ogni giorno la coerenza, l’eccellenza, l’etica. Ma anche il lavoro di squadra, la sostenibilità, la formazione dei giovani. Non è un caso che Oldani abbia ricevuto, oltre alle due stelle Michelin, anche la stella verde, simbolo di un impegno concreto verso una cucina responsabile. E non è un caso nemmeno che Banca Generali, da quasi dieci anni al suo fianco, abbia scelto lui per raccontare – senza proclami – la propria visione: investire nel valore, con lungimiranza e rispetto.



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